La floriterapia è una metodologia di terapia olistica e biologica che si basa sull’impiego di rimedi naturali preparati a partire dai fiori silvestri.
Nella storia della medicina, il primo esempio sistematico di terapia con rimedi floreali venne proposto dal medico gallese Edward Bach (1886 – 1936) tra il 1926 ed il 1934, attraverso uno studio approfondito riguardante le proprietà curative dei fiori, terminato con una lista di 38 fiori curativi i quali formano un sistema medico il cui assioma di base, formulato da Bach, è che la malattia è il risultato di uno squilibrio emozionale che si produce nel campo energetico dell’essere vivente e che, se si protrae nel tempo, dà luogo alla malattia nel corpo.
“La malattia è una specie di consolidazione di un atteggiamento mentale ed è necessario curare solo questo atteggiamento mentale e la malattia scomparirà”. (E. Bach)
Bach aveva già in precedenza condotto studi molto importanti, originali e lungimiranti sulle correlazioni tra le caratteristiche microbiologiche del contenuto intestinale e la predisposizione alle malattie sia sul piano fisico sia sul piano psichico: di questa prima parte del suo lavoro di ricerca ci rimangono alcuni importanti rimedi omeopatici appartenenti alla classe dei “Nosodi” (vaccini diluiti e dinamizzati secondo le regole dell’Omeopatia).
Nella definizione del suo metodo floriterapico, Bach scartò a priori tanto le piante primitive come le alghe ed il muschio, quanto le piante medicinali comuni e quelle alimentari. Pensò che tutta la vita delle piante si trova concentrata nei fiori e dedicò la sua attenzione ai fiori selvatici.
“L’idea di conflitto come eziologia della malattia ci è già familiare con Freud ed è stata ampiamente sviluppata dagli psicanalisti. Conflitto tra la sopravvivenza e l’amore nella prima teoria freudiana; conflitto tra la vita e la morte nel Freud posteriore. (…) Bach pone il conflitto tra l’anima e la mente o personalità” (M. L. Pastorino: Introduzione ai Rimedi Floreali di Bach. IPSA Ed, Palermo, 1989).
La Floriterapia di Bach può quindi essere impiegata con successo nel trattamento di qualunque affezione o predisposizione ad ammalare di origine psicosomatica. Viene impiegata anche più specificamente da numerosi specialisti in campo psichiatrico e psicoanalitico, come supporto alle altre forma di terapia.
In campo odontoiatrico, oltre a poter fornire un valido aiuto nella gestione delle problematiche dentali per le quali si possa riconoscere una patogenesi che coinvolge elementi di natura emozionale, la Floriterapia di Bach risulta molto utile anche per il controllo dell’ansia e/o della paura legate al trattamento odontoiatrico operativo, a prescindere dalla fattispecie di quest’ultimo.
I Fiori di Bach vengono generalmente prescritti in associazione, inserendone nella stessa formulazione solo un piccolo numero, dopo averli scelti con accuratezza in base ai contenuti emozionali emersi dal colloquio con il paziente e/o sulla base di test come l’Elettroagopuntura secondo Voll o la Kinesiologia.
In epoche successive, altri Autori hanno proposto altre metodologie terapeutiche basate sull’impiego di Rimedi Floreali di tipo e provenienza diversa da quelli scoperti da Eduard Bach: citiamo ad esempio i Fiori Californiani ed i Fiori Australiani. I criteri d’impiego di queste nuove “famiglie” di Rimedi Floreali non differiscono comunque da quelli della Florirepia di Bach originale: in ogni caso infatti è necessaria una profonda conoscenza dei Fiori e degli stati emozionali corrispondenti a ciascuno di essi, e queste competenze vanno applicate con un profondo senso etico per evitare il rischio di mettere a punto delle formulazioni terapeutiche scorrette e quindi inefficaci.